Sordità in Palestina


Nel mondo un bambino su mille nasce totalmente o parzialmente audioleso; la sordità parziale o completa è la menomazione sensoriale più diffusa tra gli uomini, arrivando a coinvolgere nell'arco della vita 1 persona su 10.

In Palestina il 3% della popolazione ha problemi di udito. In alcuni villaggi particolarmente isolati la percentuale sale al 15% degli abitanti del posto, classificandosi così tra le più alte al mondo.

La diffusione della sordità nell'area di nostra pertinenza è quasi completamente da imputarsi all'eredità genetica e non a traumi o a infezioni occorsi in età evolutiva.

Nei Territori Palestinesi circa il 40% dei matrimoni è endogamico, combinato cioè all'interno della famiglia allargata o direttamente tra primi cugini, e ciò aumenta la probabilità che il deficit genetico si manifesti nei nascituri.

La sordità può essere accompagnata da numerose conseguenze sul piano psicologico e sociale dell'individuo. Un soggetto audioleso può incontrare difficoltà di apprendimento se non viene seguito nel processo di scolarizzazione, e può avere dei problemi di socializzazione se non è aiutato ad inserirsi nella comunità di appartenenza e nel mondo del lavoro. A tutto ciò va inoltre aggiunto l'insieme delle problematiche sociali, psicologiche ed economiche che la popolazione palestinese sta affrontando, soprattutto a partire dalla seconda Intifada del settembre 2000.

In Palestina spesso i bambini audiolesi non possono usufruire di servizi di assistenza e d'aiuto; ciò non è dovuto solamente all'insufficienza di strutture pubbliche o alle difficoltà di accesso ad esse, ma anche al fatto che la cultura locale manca ancora di informazione e di sensibilità rispetto a queste tematiche.